"Montalbano finì il gelato di cassata, pagò alla cassa, niscì, pigliò la machina che aviva lasciata poco distante e partì. […] Passato un promontorio, la Scala dei Turchi gli apparse 'mprovvisa. Se l'arricordava assai più imponenti, quanno si è nichi tutto ci appare più granni della realtà. Ma anche accussì ridimensionata conservava la sua sorprendente billizza.
Il profilo della parte più alta della collina di marna candida s'incideva contro l'azzurro del cielo terso, senza una nuvola, ed era incoronato da siepi di un verde intenso. Nella parte più bassa, la punta formata dagli ultimi gradoni che sprofondavano nel blu chiaro del mare, pigliata in pieno dal sole, si tingeva, sbrilluccicando, di sfumature che tendevano al rosa carrico. […] Montalbano si sentì sturduto dall'eccesso dei colori, […] si scantava di venirsi a trovare nella reale irrealtà di un quadro, di una pittura, d'addivintare lui stesso una macchia - certamente stonata - di colore.
S'assittò sulla sabbia asciutta, affatato. E accussì stette, fumandosi una sigaretta appresso all'altra, perso a taliare le variazioni della tinteggiatura del sole, via via che andava calando, sui gradoni più bassi della Scala dei Turchi."
Attraverso quest'immagine, desidero rendere un ulteriore omaggio allo scrittore Andrea Camilleri, in occasione del centenario della sua nascita. Un tributo che si intreccia anche con il riconoscimento di Agrigento come Capitale Italiana della Cultura 2025.
Un ringraziamento speciale va ai miei carissimi amici e clienti Mariachiara Macchiarola e Federico Lentini, che hanno conferito a questo scatto un'intesa di rara bellezza e profonda suggestione, proprio come la descrizione che Camilleri fa della Scala dei Turchi attraverso gli occhi di Montalbano.
E un sincero grazie a tutti i collaboratori che, con professionalità e dedizione, hanno curato ogni dettaglio rendendo possibile la realizzazione di questo lavoro.









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